Oggi si parla spesso di innovazione tecnologica, digital transformation e Digitalizzazione dei processi. Stiamo affrontando una fase di sviluppo economico, tecnologico e di mercato contraddistinto da dinamiche molto veloci che modificano il modo di lavorare di diverse categorie di PMI.
L’innovazione tecnologica è diventata alla portata di tutte le aziende poiché i costi delle tecnologie si sono enormemente contratti. Siamo nell'era della Digitalizzazione e questo facilita l’adozione diffusa di nuove tecnologie in un tessuto in cui sono in rapidissima crescita anche le startup innovative.
Cresce il numero delle aziende consapevoli dell’impatto delle tecnologie ma sono ancora tante le aziende che sottovalutano questo impatto e perseverano nella loro visione continuando a lavorare nello stesso modo da anni. I vecchi metodi manageriali che sicuramente hanno funzionato in passato portando i loro imprenditori al successo oggi devono essere messi in discussione e fortemente ridisegnati per poter tornare ad essere metodi competitivi. Nasce l'esigenza di dotarsi di nuove figure per il Change Management, gli Innovation Manager
Il manager per l’innovazione o Innovation Manager secondo Federmanager:
“è un professionista che deve assicurare la gestione delle attività di un’impresa inerenti i processi di innovazione del business, in termini di processi organizzativi, prodotti e servizi e pensiero manageriale, stimolando la ricerca di soluzioni legate alla digital transformation o trasformazione digitale favorendo culturalmente l’introduzione e il consolidamento di idee innovative in azienda per lo sviluppo di un vantaggiocompetitivo sul mercato con la conseguente crescita del business.”
Nel tessuto imprenditoriale Italiano sicuramente le PMI sono le aziende che meglio possono recepire i vantaggi dell'Innovation manager.
La formula del successo con cui sono riconosciute da sempre sul mercato le PMI italiane è il giusto mix tra i seguenti 4 fattori:
Per poter parlare di innovazione tecnologica occorre riproporre la stessa formula del passato ma con strumenti e con dinamiche completamente differenti, molto più veloci e reattive, consapevoli che la formula del successo del passato, da sola, non è più riproponibile.
L’imprenditore deve partire dai bisogni di mercato e le PMI devono diventare proattive, introducendo gli strumenti dell’analisi di tali bisogni, connessi ai propri prodotti, ricercando allo stesso tempo aree di estensione ed espansione del proprio modello di business.
Di cosa si occupa un Manager dell'Innovazione? Come possono le PMI beneficiare appieno di questa figura?
L'Innovation Manager è un professionista specializzato in ambito aziendale e di processi dotato di esperienza di digital transformation, in grado quindi di interpretare, analizzare e sviluppare progetti e processi di digitalizzazione per la riorganizzazione aziendale.
Il manager dell'innovazione svolge la sua funzione assumendo innanzitutto il ruolo di Analista di processo e aziendalista, al fine di comprendere i bisogni e individuare le aree di forte miglioramento Inoltre l'Innovation Manager deve assumersi il ruolo di formatore dell’innovazione per il Change Management, occupandosi dell’introduzione e dello sviluppo di una nuova cultura dell’innovazione in tutta l’organizzazione aziendale.
Infine affianca il manager aziendale nel ruolo di Abilitatore, per lo svolgimento di attività manageriali:
Possono essere consulenti aziendali che si occupano di strategie per l’innovazione con attenzione alle tecnologie digitali e all’evoluzione dei modelli di business.
Può avere responsabilità organizzative di vertice o essere una figura esterna purché in possesso di poteri decisionali o comunque in grado di migliorare l’ambito operativo del proprio lavoro, aumentando l’efficienza di tutta l’organizzazione. La forte attitudine dell’manager dell'innovazione a vedere il cambiamento si traduce nella capacità di pensare e realizzare progetti volti a superare i vecchi schemi.
Secondo l’associazione dei dirigenti l’Innovation Manager dovrebbe possedere le seguenti caratteristiche:
Le skill e le esperienze dell'Innovation Manager, devono comprendere e padroneggiare i principi di base dei seguenti sistemi di gestione delle informazioni:
Queste competenze digitali, secondo Federmanager, vanno adeguatamente comprovate da un curriculum asseverato da un’associazione di rappresentanza manageriale rappresentativa o da una certificazione delle competenze professionali di manager dell’innovazione (albo degli Innovation Manager).
L’Innovation manager sarà una delle figure manageriali più ricercate nel prossimo futuro, sia dalle aziende grandi che soprattutto dalle PMI.
Una ricerca anche stimolata dai provvedimenti del Governo contenuti nella legge di Bilancio con il Voucher per l’Innovation manager, destinato all’acquisto di “prestazioni consulenziali di natura specialistica finalizzate a sostenere i processi di trasformazione tecnologica e digitale attraverso le tecnologie abilitanti previste dal Piano nazionale impresa 4.0 e di ammodernamento degli assetti gestionali e organizzativi dell’impresa, compreso l’accesso ai mercati finanziari e dei capitali”. L'agevolazione prevedeva un contributo per i periodi d’imposta 2020 e 2021 per le piccole e microimprese pari al 50% dei costi sostenuti per ciascun periodo d’imposta, fino a un tetto di 40mila euro e in particolare per le medie imprese è al 30% fino a 25mila euro.
La trasformazione digitale è un processo di cambiamento estremamente rapido. Le competenze per affrontare questo mercato sono difficili da reperire. Anche il sistema della formazione scolastica e universitaria tenta di inseguire le professionalità richieste ma resta il grosso problema che ciò che viene insegnato oggi sarà già vecchio prima che lo studente sia immesso nel mondo del lavoro. Le aziende stanno quindi investendo in formazione del personale interno.
Una particolare attenzione deve volgere alla formazione e alla professionalità delle figure professionali per le tecnologie di innovazione digitali. Il gap tecnologico di formazione delle PMI impedisce di sfruttare al meglio le tecnologie digitali.
Nascono allora alcune nuove professioni emergenti come:
Quali figure e quali competenze sono necessarie per poter cavalcare questa Digitalizzazione dei processi? Sicuramente le figure di Analisti aziendali, System Integrator e Innovation Manager assumono ruolo strategico.
Se negli ultimi 30 anni gli addetti all’IT dovevano fare semplicemente funzionare l’azienda, oggi dal digitale dipende il futuro dell’impresa, la sua trasformazione e la sua competitività. Pertanto le competenze di chi si occupa di Digitalizzazione dei processi in azienda e di ICT in particolare diventano fortemente rilevanti al fine di guidare la rivoluzione digitale.
La reattività e flessibilità del processo produttivo sarà in futuro il segreto che permetterà di cogliere le opportunità di un mercato sempre più esigente e capriccioso. Occorre reingegnerizzare i processi organizzativi al fine che le PMI possano essere gli attori del nuovo mercato fatto di tecnologie, centri di ricerche, startup innovative, tutte collegate in ottica di filiera produttiva.
Le PMI italiane sono da sempre un grande centro di ricerca e sviluppo nell’applicazione delle tecnologie soprattutto manifatturiere.
È fondamentale comprendere che le nuove tecnologie digitali, sono una grande opportunità di sviluppo tecnologico soprattutto se ben miscelate con i principi cardine delle PMI , tradizione, qualità e competenza.
Le start up innovative possono essere un catalizzatore e di questa consapevolezza veicolando e accelerando tantissime opportunità nelle PMI.
Le grandi aziende che sono impegnate in progetti di Open Innovation sono focalizzate sull’estrarre dalle Start up idee e applicazioni tecnologiche.
La “Digital Transformation” è una trasformazione invisibile perché strettamente legata ai progressi nell’ambito tecnologico: i dispositivi di uso comune come smartphone, tablet, droni e i macchinari di produzione come robot, cobot, non cambiano forma ma diventano sempre più autonomi e intelligenti.
La trasformazione digitale che ormai abbiamo in atto pone relazioni sempre più strette fra sistemi fisici e digitali. Allo stesso modo la sempre maggior diffusione dei big data e l’aumento dei sistemi intelligenti, richiedono iniziative e risorse per lo sviluppo di competenze digitali ma anche e soprattutto di competenze legate all’azienda e ai sistemi di produzione e delle attività umane. Serve anche per dare risposte al problema dell’occupazione in generale che dovrà affrontare un rapido cambio culturale e tecnologico.
Sono costituite da un mix di competenze articolato per poter governare strategicamente i cambiamenti nelle aree Big Data, cloud, mobile, social, IoT e security e richiedono competenze tecnologiche, manageriali e soft skill come leadership, intelligenza emotiva, pensiero creativo e capacità di gestione del cambiamento.
Per preparare queste professionalità sono necessari anche percorsi formativi interdisciplinari in parte ancora tutti da inventare.
Figure come quella dell’ Innovation Manager o Manager Digitale nelle grandi realtà esistono già da qualche tempo. Quello che invece manca è spesso una professionalità manageriale che supporti la trasformazione digitale delle imprese più piccole che abbiano vocazione allo sviluppo.
Analizziamo meglio le caratteristiche che dovrebbe avere questa nuova professionalità manageriale.
Software Architecture, L’architettura tecnologica e il ruolo dell’ Innovation Manager
Possiamo definire il ruolo dell’Innovation Manager come architetto e regista dell’innovazione in azienda il cui ruolo parte proprio dal disegnare il perimetro dell’innovazione in azienda visto che il concetto di innovazione è associato a molte differenti interpretazioni con finalità diverse.
Questo perimetro è il campo di gioco del Innovation manager che utilizza gli strumenti propri dell’innovazione e delle metodologie ad essa dedicate per ralizzare progetti innovativi ad altissimo valore aggiunto.
Il suo principale obiettivo è quello di discutere e mettere in discussione la “struttura” organizzativa e procedurale dell’azienda che spesso si trasforma in paradigma e diventa limite allo sviluppo delle idee e dell’innovazione. In questo ambito, l’Innovation manager deve avere caratteristiche di flessibilità, comprensione e apertura mentale. Deve diffondere la cultura e la conoscenza tecnologica al fine di far crescere le idee. Deve saper stimolare e incoraggiare le persone, senza mai appropriarsi delle idee altrui, ma anzi riconoscendone il valore e la paternità in ogni occasione. Solo in questo habitat si possono architetturare nuove soluzioni tecnologiche e innovazione di processo.
Per mettere in condizioni l’Innovation manager e la sua organizzazione di operare al meglio, non occorre chiedersi se l’azienda ha bisogno di lui e delle sue competenze, piuttosto occorre verificare se l’azienda è pronta ad avere un presidio con queste caratteristiche sull’innovazione. Occorre andare oltre gli slogan come “sviluppare innovazione”, di “cambiamento della cultura aziendale” e di “industria 4.0”.
Anche se negli ultimi tempi molte aziende in Italia, sia medie che grandi hanno iniziato un processo di change management attraverso l'introduzione del proprio organigramma la figura dello Innovation Manager, è necessario mettere in atto scelte organizzative. Creare strutture dedicate al fine di affiancare e supportare l’Innovation manager.
Molte delle soluzioni sono state accompagnate da iniziative e progetti di Open Innovation e di ricerca di Start Up. Tale scelta strategica tipica delle grandi aziende sta permeando anche le realtà aziendali di minori dimensioni mettendo in discussione i metodi della consulenza aziendale così come la conosciamo.
Non è infatti sufficiente inserire il ruolo dell’Innovation manager in organigramma ma vanno compiuti passi importanti sia nella cultura aziendale che nei processi al fine di poter ottenere il massimo dal ruolo di un Innovation Manager. È di fondamentale importanza infatti partire a definire gli obiettivi strategici aziendali che permetteranno il corretto apporto.
La scelta di inserire in azienda un Innovation Manager è sinonimo di innovazione?
Possiamo dire con certezza che tale scelta contribuisce ad aumentare la probabilità di generare innovazione in azienda se consideriamo la figura di un Innovation Manager come facilitatore e abilitatore dell’innovazione.
Per consentire la capitalizzazione del suo ruolo sono determinanti le condizioni e la cultura aziendale creata ma le stesse non sono sufficienti per innovare.
Nel momento in cui l’imprenditore decide di rivolgersi ad un Innovation Manager è importante che sia pronto a mettere in discussione i processi e i ruoli e a guardare da un punto di vista nuovo la propria azienda. Se da un lato significa dare libertà d’espressione a tutte le figure aziendali, anche alle più “avverse”, dall’altro significa mettere in discussione alcune posizioni che negli anni hanno acquisito potere e controllo tesaurizzando magari alcune esperienze aziendali. Tale aspetto se non viene culturalmente accettato e accolto, farà inevitabilmente innescare in azienda l’avversione all’innovazione.
L’imprenditore deve comprendere che alcune scelte operative vanno delegate all’Innovation Manager il quale responsabilizzerà le persone e le figure aziendali coinvolte nel processo oggetto di innovazione.
È di fondamentale importanza in questa fase che l’imprenditore e lo Innovation Manager definiscano in modo chiaro gli obiettivi aziendali che si vogliono raggiungere. Questo poiché è necessario allocare un budget per supportate l’azione dello Innovation Manager oltre che per supportare le iniziative di sperimentazione dell’innovazione senza chiedersi i ritorni economici.
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