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CSDDD o CS3D: cosa è e cosa prevede la nuova direttiva europea

CSDDD o CS3D perché è nata questa normativa europea? a chi è rivolta? entro quando entrerà in vigore?

CSDDD o CS3D cosa è? definizione

CSDDD o CS3D (Corporate Sustainability Due Diligence Directive) è la nuova direttiva europea che estende gli obblighi di responsabilità e trasparenza ESG a tutte le aziende appartenenti ad una filiera produttiva.

Tale norma infatti richiederà alle imprese di gestire i rischi legati al rispetto dei diritti umani e agli impatti ambientali che potrebbero generarsi nelle proprie attività operative e nelle filiere produttive a cui partecipano.

L'obiettivo del CS3D è quello di incentivare le imprese ad intervenire per migliorare le proprie performance ambientali e sociali lungo la supply chain di sviluppo produttivo, agendo con consapevolezza e rispettando i nuovi principi Europei in ambito ESG.

L'Unione Europea ha emanato diverse direttive e standard, fornendo alle imprese diverse indicazioni su come comportarsi in merito alle tematiche legate alla sostenibilità. Alcuni esempi sono la direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) riguardante la rendicontazione della sostenibilità e gli standard ESRS European Sustainability Reporting Standards, standard europei per il Bilancio di sostenibilità.

Attraverso la direttiva CS3D, l'Unione Europea si concentra sul migliorare l'intera supply chain, estendendo gli obblighi a tutta la filiera di approvvigionamento, in modo da spingere le aziende ad agire nel bene comune responsabilizzandole sui propri impatti ambientali. Non a caso, la direttiva è nota anche come Supply Chain Act.

In questo articolo descriveremo cos'è la Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD o CS3D), descrivendone i contenuti e i nuovi obblighi per le imprese.


CSDDD: cosa prevede per le imprese?

Dopo diversi ripensamenti e rinvii, la CSDDD (Corporate Sustainability Due Diligence Directive) è stata finalmente approvata dal Parlamento Europeo (374 voti favorevoli, 235 contrati e 19 astensioni).

Il risultato è comunque una legge meno rigorosa rispetto al progetto originale, infatti gli obblighi diventeranno effettivi in modo graduale, includendo con il passare degli anni un numero sempre maggiore di imprese vincolate al rispetto delle nuove norme (nei paragrafi successivi forniremo i dettagli a riguardo). La direttiva ha raccolto così il consenso di più della metà dei votanti.

I nuovi obblighi per le imprese e i partner riguardano diverse fasi della filiera, inclusi l'approvvigionamento, la produzione e la distribuzione. Questi soggetti dovranno impegnarsi per prevenire e ridurre al minimo gli impatti negativi delle loro attività sull'ambiente, l'economia e ambito umano sociale.

Alcuni esempi riportati nella direttiva riguardano: schiavitù, lavoro minorile, sfruttamento dei lavoratori, perdita della biodiversità, inquinamento e distruzione del patrimonio naturale.

Inoltre, le imprese di grandi dimensioni dovranno mettere in atto delle strategie in linea con l'accordo di Parigi, in merito alla limitazione del riscaldamento globale.

Vengono poi introdotti obblighi per gli amministratori delle società incluse nella direttiva, i quali dovranno inserire i processi di due-diligence nella strategia aziendale, supervisionando l'effettiva attuazione dei processi, realizzando investimenti su misura e ottenendo garanzie a livello contrattuale da parte dei partner (assicurandosi che questi rispettino i nuovi termini definiti dalla direttiva). Perciò, gli amministratori dovranno anche tenere conto di tematiche come i diritti umani, i cambiamenti climatici e gli impatti ambientali all'interno dell'organizzazione.

Gli stati membri dovranno, invece, fornire delle informazioni dettagliate per permettere alle aziende di sviluppare i piani in modo efficace, istituendo delle autorità di controllo e sanzionando il mancato rispetto delle norme.


CS3D: a chi è rivolto? quali aziende riguarda?

Sono state individuate dalla Commissione Europea due gruppi di aziende che saranno obbligate a seguire la direttiva CSDDD - CS3D. Questi sono:

  • Imprese con almeno 500 dipendenti e un fatturato netto di almeno 150 milioni di euro in tutto il mondo (circa 9.400 aziende) a partire dal 2026
  • Imprese con almeno 250 dipendenti e un fatturato netto di almeno 40 milioni di euro in tutto il mondo operanti in settori ad alto impatto (come l'agricoltura, il tessile e l'estrazione di minerali) a partire dal 2028 (circa 3.400 imprese).

La direttiva non riguarda momentaneamente le PMI e le microimprese. Tuttavia, queste potrebbero essere coinvolte indirettamente, specialmente nel caso in cui queste imprese facciano parte della catena di fornitura di grandi imprese (soggette invece agli obblighi della direttiva).

È importante considerare che sempre più imprese valutano con maggiore attenzione rispetto al passato le performance sostenibili dei propri partner. Inoltre, il bacino di imprese che dovranno mettersi in regola con gli standard normativi di sostenibilità è destinato ad aumentare con il passare degli anni.

Per questo motivo, anche le imprese non incluse attualmente nella direttiva, dovrebbero in ogni caso predisporre una struttura aziendale che permetta loro di dimostrare la loro preparazione, avviando perciò delle azioni concrete per ridurre i propri impatti e integrando le tematiche ESG all'interno dell'organizzazione.

A chi è rivolta la direttiva CSDDD o CS3D - Headvisor

CS3D: le possibili sanzioni

Gli Stati Membri potranno definire le sanzioni delle autorità di vigilanza nei confronti delle imprese. Queste possono includere:

  • Sanzioni pecuniarie per un minimo del 5% del fatturato netto della società
  • Strumenti per la pubblicazione delle società inadempienti
  • Obbligo di compiere azioni per interrompere determinati comportamenti che violano le linee guida della direttiva
  • Sospensione della libera circolazione e dell'esportazione dei prodotti

CS3D: a cosa serve?

L'obiettivo finale dell'UE è quello di adottare modelli di business e strategie di sviluppo in linea con i temi ESG, riducendo l'impatto ambientale in conformità con quanto definito dall'Agenda 2030, in cui sono stati definiti i 17 SDG (Sustainable Development Goals – Obiettivi di Sviluppo Sostenibile).

Rispettare le nuove direttive, come la CSDDD e la CSRD, implica senza dubbio un impegno importante per le aziende oltre agli ingenti costi. Tuttavia, questa linea rappresenta una opportunità per dimostrare il proprio impegno verso le tematiche sostenibili, sempre più importanti per l'opinione pubblica e gli stakeholder coinvolti.


I vantaggi della normativa CSDDD

L'applicazione della nuova direttiva CSDDD (Corporate Sustainability Due Diligence Directive) porta diversi vantaggi, sia per le imprese che per i cittadini. Questi vantaggi sono stati evidenziati proprio dalla Commissione Europea.

Ecco quali sono:


Vantaggi per i cittadini

  • Tutela dei diritti umani e dei diritti dei lavoratori
  • Ambiente più sano per le generazioni presenti e future
  • Migliore livello di fiducia nei confronti delle imprese
  • Maggiore trasparenza per i consumatori
  • Migliore accesso alla giustizia per le vittime

Vantaggi per le imprese

  • Quadro giuridico armonizzato nell'UE, creando certezza del diritto e condizioni di parità
  • Maggiore fiducia da parte dei clienti
  • Maggiore impegno da parte dei dipendenti delle imprese
  • Migliore gestione del rischio e adattabilità
  • Maggiore attrattività da parte dell'impresa (sia per nuovi talenti che per gli investitori)
  • Accesso facilitato ai finanziamenti
  • Attenzione all'innovazione legata alle tematiche ESG
Quali vantaggi porta ai cittadini e le imprese con la CSDDD - Headvisor

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