Progettazione e sostenibilità di Economia Circolare alle imprese
Secondo la definizione della Ellen MacArthur Foundation il termine Economia Circolare “è un termine generico per definire un’economia pensata per potersi rigenerare da sola. In un’Economia Circolare i flussi dei materiali sono di due tipi:
i materiali biologici, che possono essere reintegrati nella biosfera
i materiali tecnici che devono essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera
L’Economia Circolare è dunque un sistema economico per pianificare il riutilizzo dei materiali nei cicli produttivi successivi, riducendo al massimo gli sprechi.
Negli ultimi anni si è compresa la necessità di cambiare il paradigma ambientale puntando su un nuovo modello di sviluppo sostenibile che ripensasse in chiave green i nostri sistemi produttivi e i nostri stili di vita, sia per tutelare la salute delle persone che la salute dell’ambiente in cui viviamo.
Il modello di sviluppo produttivo e di consumo attuale è un modello di ECONOMIA LINEARE, ovvero parte dall’estrazione delle materie prime, prosegue con la produzione di componenti e l’assemblaggio di prodotti finiti per arrivare alla vendita, al consumo dei prodotti fino allo scarto del rifiuto in discarica.
Possiamo facilmente comprendere che in questo modello di economia lineare chiamato anche “take-make-dispose”, la crescita economica passa attraverso l’estrazione delle materie prime, l’utilizzo e il consumo di energie per concludersi con la fallimentare conseguenza di produrre enormi quantità di scarti e rifiuti.
I limiti più importanti del modello di economia lineare sono di certo la disponibilità delle risorse estratte in natura(quanto dureranno?), il cambiamento climatico (l’innalzamento delle temperature e il surriscaldamento globale), la generazione di rifiuti e i rischi globali. Sono temi che riguardano tutti noi e che stanno generando preoccupazione da diverso tempo.
La risposta concreta ai limiti dell’economia attuale è l’Economia Circolare definita come un nuovo paradigma di sviluppo sostenibile basato su modelli di business che eliminano il concetto di rifiuto.
Potremmo quindi definire l’Economia Circolare come un sistema economico pianificato per riutilizzare i materiali in successivi cicli produttivi, riducendo al massimo gli sprechi.
Oggi, l'economia globale è circolare solo dell'8,6%, solo due anni fa era del 9,1%. Il divario di circolarità globale si sta allargando. Ci sono ragioni per questo trend negativo, ma il risultato rimane lo stesso: la notizia non è solo cattiva, è anche peggiore. La tendenza negativa nel complesso può essere spiegata da tre tendenze sottostanti correlate: alti tassi di estrazione; accumulo di scorte in corso; inoltre, bassi livelli di elaborazione e ciclo di fine utilizzo.
Il rapporto rileva che le risorse totali che entrano nell'economia globale sono aumentate dell'8,4% in soli due anni da 92,8 miliardi di tonnellate nel 2015 a 100,6 miliardi di tonnellate nel 2017, l'ultimo anno per il quale sono disponibili i dati.
In quel periodo le risorse totali estratte sono aumentate del 9%, da 84,4 a 92 miliardi di tonnellate. Ma il totale dei materiali riutilizzati è cresciuto solo del 3%, da 8,4 a 8,65 miliardi di tonnellate, ed è diminuito in proporzione all'uso complessivo dei materiali.
Queste tendenze sono radicate in profondità nella tradizione del "prendere-fare-sprecare" dell'economia lineare: i problemi sono cronici. In quanto tale, le prospettive per colmare il divario di circolarità sembrano desolanti sotto il braccio morto degli affari. Abbiamo un disperato bisogno di soluzioni trasformative e correttive; il cambiamento deve essere un must.
Il 3 ° rapporto sul divario di circolarità globale.
Su una nota positiva, vediamo che, in alcune parti del mondo, i tassi di recupero sono in aumento. Ciò è guidato da una politica governativa globale, dall'innovazione tecnica e dagli investimenti diretti ad aumentare l'efficienza dei materiali, estendere e intensificare l'uso e consentire il recupero a fine vita. Una prima porzione di paesi si è impegnata in azioni di Economia Circolare, che va dai singoli stati nazionali in Europa alla gigantesca economia cinese. Gli ultimi anni hanno anche assistito a un flusso costante di nuovi attori che adottano politiche e tabelle di marcia per l'Economia Circolare.
Occorre un nuovo modo di pensare l’economia attraverso prodotti e processi di produzione virtuosi, poco impattanti, equi e ad alto valore sociale. Un sistema pensato per auto rigenerarsi attraverso semplici principi in grado di fare la differenza.
Tale modello di Economia Circolare si basa sui seguenti 4 principi:
Sia in termini di energia che di materiali. Intesa come ogni intervento atto ad aumentare l’efficienza di utilizzo delle materie prime e dell’energia o la durata di vita utile dei prodotti.
Inteso come ogni intervento atto al riutilizzo dei prodotti finiti ad esempio dopo averli ricondizionati.
Intesa come ogni intervento atto al riutilizzo dei componenti come parti di ricambio o per la produzione di nuovi prodotti. Questa fase di rigenerazione comporta che il prodotto finito venga smembrato nei diversi componenti che lo compongono.
Inteso come ogni intervento volto al recupero dei diversi materiali quali vetro, plastica, metalli etc...
Se all’interno del modello attuale di economia lineare il modello di business è basato sulla vendita da parte dell’azienda di un prodotto che il consumatore finale acquista a basso costo, occorre ripensare il modello di business.
Il modello di business dellìEconomia Circolare è basato sulla progettazione di soluzioni da parte delle aziende in quanto il consumatore finale acquista il risultato e non il prodotto. Le aziende creano valore aggiunto fornendo prodotti ad alte prestazioni.
Si tratta di un ripensamento complessivo e radicale rispetto al modello di business attuale che è basato sullo sfruttamento delle risorse naturali e orientato alla massimizzazione dei profitti attraverso la riduzione dei costi di produzione.
Questo cambiamento passa attraverso 5 criteri fondamentali secondo la Fondazione Ellen Mc Arthur:
Progettare i prodotti fatti per durare e pensando fin da subito al loro impiego a fine vita, quindi con caratteristiche tali da permetterne lo smontaggio o la ristrutturazione.
Progettare i prodotti pensando alla loro modularità e alla loro versatilità in modo che il suo uso possa adattarsi al cambiamento delle condizioni esterne.
Favorire l’utilizzo di energie prodotte da fonti rinnovabili abbandonando l’attuale modello energetico.
Pensare con attenzione all’intero sistema e considerare le relazioni causa-effetto tra le diverse componenti.
Sostituire le materie prime vergini con materie seconde provenienti da filiere di recupero che ne conservino le qualità.
Adottare un approccio circolare significa rivedere tutte le fasi della produzione e prestare attenzione all’intera filiera coinvolta nel ciclo produttivo.
E’ importante considerare che tutti possiamo trarre vantaggio dall’adozione di un sistema di economia circolare poiché i benefici ottenibili non riguardano solo le filiere ma sono di tipo:
I criteri che vengono applicati per riconoscere quale attività possa far parte di un progetto di Economia Circolare
Attivo
10/12/2020
Aperto fino ad esaurimento risorse
Da 500.000 € a 2.000.000 €
Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino-Alto Adige/Südtirol, Umbria, Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste, Veneto
Con Decreto Ministeriale 11 giugno 2020 è stato attivato l’intervento del Fondo per la crescita sostenibile dei progetti di ricerca e sviluppo in tema di Economia Circolare. Lo scopo dell’intervento è quello di sostenere la ricerca oltre che lo sviluppo e la sperimentazione di soluzioni innovative per l’utilizzo efficiente e sostenibile delle risorse verso un modello di Economia Circolare.
Può accedere alla misura qualsiasi impresa, che eserciti le seguenti attività, indipendentemente dalle dimensioni:
I progetti ammissibili alle agevolazioni devono prevedere attività di ricerca industriale e sviluppo sperimentale, strettamente connesse tra di loro in relazione all'obiettivo previsto dal progetto e finalizzate alla realizzazione di nuovi prodotti, processi o servizi o al notevole miglioramento di prodotti, processi o servizi esistenti, tramite lo sviluppo delle tecnologie abilitanti fondamentali (Key Enabling Technologies, KETs) di cui all’allegato n. 1 al decreto 11 giugno 2020.
E’ utile comprendere cosa intende la norma con le definizioni di ricerca industriale e sviluppo sperimentale. Con il termine di “ricerca industriale” si intende la ricerca pianificata o le indagini critiche volte ad acquisire nuove conoscenze e capacità da utilizzare per:>
Tale ricerca comprende la creazione di componenti di sistemi complessi e può includere:
Con il termine di “sviluppo sperimentale” si intende l’acquisizione, la combinazione, la strutturazione e l’utilizzo delle conoscenze e capacità esistenti di natura scientifica, tecnologica, commerciale e di altro tipo allo scopo di sviluppare prodotti, processi o servizi nuovi o migliorati.
Rientrano in questa categoria anche le attività di costruzione di prototipi, dimostrazione e realizzazione di prodotti pilota , test di convalida di prodotti, processi e servizi nuovi o migliorati in un ambiente che riproduce le condizioni operative reali con l’obiettivo di apportare ulteriori miglioramenti tecnici a prodotti, processi o servizi con non sono definitivi.
Tale sviluppo può comprendere:
Lo sviluppo di prototipi o di un prodotto pilota utilizzabile per scopi commerciali che è necessariamente il prodotto commerciale finale il cui costo di fabbricazione è troppo elevato per essere utilizzato solo ai fini dimostrativi e di convalida. Non sono da considerare come sviluppo sperimentale le modifiche di routine o le modifiche periodiche apportate ai prodotti o processi o servizi anche se ne costituiscono un miglioramento.
I progetti devono essere finalizzati alla riconversione produttiva delle attività economiche nell’ambito dell’Economia Circolare, in una o più delle seguenti linee di intervento:
Sono ammissibili progetti con elevato contenuto di innovazione tecnologica e sostenibilità, realizzati negli ambiti del ciclo produttivo rilevanti per l’Economia Circolare individuati dall’allegato n. 2 al decreto 11 giugno 2020.
I progetti ammissibili inoltre devono:
Per l’agevolazione dei progetti sono disponibili:
Per le imprese, finanziamenti agevolati del FRI, per il 50% delle spese e dei costi ammissibili di progetto. Contributi alla spesa, in misura delle seguenti percentuali delle spese e dei costi ammissibili di progetto:
Le agevolazioni nella forma del finanziamento agevolato e del contributo alla spesa sono concedibili alle imprese unicamente in concorso tra loro, seguendo i vincoli di destinazione territoriale previsti per i contributi.
Con decreto direttoriale 5 agosto 2020 sono stati stabiliti i termini e le modalità per la presentazione delle domande.
5 novembre 2020 le imprese potranno presentare, anche in forma congiunta, le domande.
La procedura di pre-compilazione delle domande e degli allegati sarà disponibile dal 26 ottobre 2020. Le imprese dovranno allegare alla domanda, tra l’altro, l’attestazione di disponibilità alla concessione del finanziamento, prevista per l’accesso al FRI come specificato nel decreto direttoriale 5 agosto 2020.
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